Fëdor Dostoevskij
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Fëdor Michajlovič Dostoevskij nasce a Mosca nel 1821, secondogenito di sette fratelli. Nel 1838 è ammesso alla Scuola d’Ingegneria ma nel 1844 decide di dedicarsi interamente alla letteratura. Scrive Povera gente, Il sosia, e nel 1847 comincia a frequentare il circolo del letterato socialista Butaševič-Petraševskij, dove si tengono conferenze e dibattiti su scritti di autori vietati in Russia, quali: Saint-Simon, Fourier, Strauss, Cabet, Helvétius e altri. Nell’aprile 1849 è arrestato, insieme ad altri trentatré membri del circolo Petraševskij. La condanna a morte viene all’ultimo momento commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia, con successivo arruolamento obbligato nell’esercito come soldato semplice. Fino al 1853 sconta la pena e poi, fino al 1856, presta servizio come militare. In questo periodo lavora alle Memorie dalla casa dei morti. Negli anni successivi si sposa, fonda insieme al fratello Michail la rivista “Vremja”, pubblica Umiliati e offesi e Memorie dalla casa dei morti, e viaggia all’estero. Nel 1864, anno in cui scrive le Memorie del sottosuolo, Dostoevskij perde la moglie e il fratello Michail, che lascia debiti ingentissimi. L’anno successivo scrive Delitto e Castigo e, ai primi d’ottobre del 1866, comincia a lavorare al romanzo Il giocatore, aiutato da una stenografa, Anna Grigor’evna Snitkina, che diventerà la sua seconda moglie. Sono di questi anni L’idiota, L’eterno marito e I demoni. Nel 1878 è eletto membro dell’Accademia delle Scienze in Russia, onore che, tra gli scrittori, era toccato in precedenza soltanto a Tolstoj e a Turgenev. Nell’autunno 1880 porta a termine I Fratelli Karamazov. Muore il 28 gennaio 1881, all’età di 59 anni, e viene sepolto nel cimitero del monastero Aleksandr Nevskij di San Pietroburgo.