traduzione di M. Giuseppina Cavallo
Confini
1995, Brossura 14,5x20,5
ISBN: 9788886586023
€ 14,00
“Volevo tuffarmi nell’arte con l’ardore del novellino e precipitarmi a rivedere tutte le meraviglie di Roma, ma ho un diavolo nello stomaco che mi impedisce di vedere le cose come vorrei e continua a ricordarmi ora il pranzo, ora la colazione, insomma, di continuo impulsi peccaminosi nonostante la santità dei luoghi, il sole stupendo e le stupende giornate.”
Il percorso non solo geografico di un autore che amò profondamente l’Italia. La difficoltà dello scrivere, i piaceri della tavola, ma soprattutto il contraddittorio sentimento di orgoglio e ripulsa per la propria opera. Un autoritratto dell’uomo: i suoi legami, il suo ambiente e la sua mania religiosa.
Nikolaj Gogol’
Nikolaj Vasil’evič Gogol’-Janovskij nacque il 20 marzo (1° aprile) 1809 nel villaggio di Velikie Soročincy in Ucraina, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri, e trascorse l’infanzia nella tenuta paterna di Vasil’evka. Nel 1831 pubblicò Le veglie alla fattoria nei pressi di Dikan’ka, nel 1835 Mirgorod e Arabeschi, una raccolta di saggi e racconti (tra cui Corso Nevskij e Brandelli dal memoriale d’un matto) e iniziò la stesura di un grandioso affresco della Russia del tempo, il capolavoro incompiuto Le anime morte. Tra il 1836 e il 1839 scrisse Il naso, Il calesse e La mantella (poi raccolti, con quelli tratti da Arabeschi, nei cosiddetti Racconti di Pietroburgo). Nel 1836 a Pietroburgo fu rappresentata la commedia L’ispettore: amareggiato dai giudizi negativi della critica, lo scrittore lasciò la Russia iniziando a viaggiare per l’Europa, con un lungo soggiorno anche in Italia. Morì a Mosca il 21 febbraio (4 marzo) 1852, dieci giorni dopo aver bruciato il manoscritto della seconda parte delle Anime morte.